Progetto Caffè Letterario

Come ha citato un noto giornale locale, il 22 Dicembre 2017 “esiste un angolo di cielo nella riviera delle palme dove le barriere della mente sono superate dalla forza del cuore”.

La mente, seppur con un nuovo ordine, rimane comunque un’opera d’arte, in cui si può trovare una profonda ricchezza fatta di frammenti ancora piena di colore e fascino. Il 21 dicembre presso il centro diurno “il Giardino dei Tigli” abbiamo ripercorso una tappa fondamentale nel progetto sulla reminiscenza “I sentieri della memoria: Il Natale.
Questo nostro percorso nei ricordi prende forma attraverso varie discipline : l’arte, la musica, il racconto e la poesia.

Il Natale è stato ripercorso – come nel racconto di Charles Dickens – partendo dal passato, con la rielaborazione dei racconti dei nostri ospiti di quando erano bambini.

Angela ci ha raccontato a tutti noi e a suo nipote Claudio, che la coccolava durante la lettura, il Natale del passato. “È bello ricordare il Natale dei tempi passati, i tempi in cui eravamo “poveri” , non avevamo quasi nulla, ma eravamo più uniti”.
Al tempo dei nostri nonni non c’era quasi nulla e il Natale e i suoi preparativi erano fatti di cose semplici ma sentite con il cuore. Quello che si sentiva allora era il calore della famiglia che “ci riscaldava dentro e ci rendeva felici”.

Successivamente Eliana, figlia di Orazio, un nostro ospite, ci ha aperto gli occhi mettendo in evidenza la superficialità del tempo presente, che ha trasformato il significato del Natale da mistico a consumistico.

Poi abbiamo passato in rassegna il futuro: Matteo, un nostro giovane collaboratore, ha messo in evidenza che questa festa, nonostante tutto, persiste nei secoli forse proprio perché ha radici profonde. Il Natale, anche se spogliato del significato cristiano, rimane e deve rimanere per sempre simbolo di rinascita, di rinnovamento e quindi di cambiamento. Un’ottima occasione per trasformarsi.

I componimenti sono stati accompagnati dalla musica del cantautore e poeta arquatano Gianluca Lalli. Grazie alla presenza di una nostra ospite di origine parigine, abbiamo potuto ascoltare dalla sua stessa voce, accompagnata dal suono della chitarra di Gianluca, un canto della tradizione natalizia francese “La marche des Rois Mages”.

Le parole dei nostri ospiti, le poesie e la musica hanno suscitato in tutti noi e nel pubblico forti emozioni, lacrime, abbracci e tanto amore.
Proprio come è stato detto durante la festa dai nostri protagonisti: “il tempo migliore non è quello passato, ma  fare esperienza del passato per vivere meglio il presente e migliorare il futuro. Il senso del Natale non si trova nei festeggiamenti, nei costosi regali, pranzi speciali e dolci, ma presso coloro che avvolgono con la carta da regalo il cuore,
cioè che sanno dare amore
”.
Non c’era modo migliore per augurare un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo a tutti.

Ecco a voi la poesia che ha aperto il salotto letterario, letta in quell’occasione da Annamaria, una nostra nuova ospite:

Se voi state qui attenti ad ascoltare, io quest’oggi vi voglio ricordare
dei Natali passati da bambini quando noi nonni eravamo piccini.

Il freddo forte e i guanti poco buoni procuravano a tutti dei geloni

e le mani di tutti, un po’ arrossate facevano male, si erano gelate.

Ciononostante si poteva andare nei cortili e nei campi a passeggiare

con le palle di neve e coi pupazzi ci giocavamo tutti, da ragazzi.

Alla sera alla chiesa poi si andava, del Natale la novena si ascoltava

e spesso, mentre in chiesa noi stavamo, per la stanchezza ci addormentavamo.

Non c’era l’albero, neppure dei grandi doni, mancavano pandori e panettoni,

e per fare felici noi bambini ci regalavano quattro mandarini.

Ma era bello il presepe fabbricare, i pastori e le pecore piazzare

tra dei ciuffi di muschio che trovavi nel parco dove a spasso te ne andavi.

E se dicevi bene i tuoi sermoni ricevevi dai grandi anche dei doni.

Oggi é diverso, ma é bello ricordare e per questo ho deciso di narrare

di quei Natali di tant’anni fa sperando che a qualcuno piacerà.”

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